Venezia merita un turismo di qualità

Venezia merita un turismo di qualità

Spiragli di luce per uno dei settori più colpiti dall’emergenza Covid, quello alberghiero.
L’Associazione veneziani albergatori, infatti, ha rilevato una ripresa delle presenze in città che è passata dal 15/20% di luglio, al 60/70% di fine agosto. Numeri che mi auguro possano essere confermati anche per il mese settembre, con l’obiettivo che l’occupazione delle camere arrivi all’80.
Sin dall’inizio di questa emergenza avevo sostenuto che, pur nella drammaticità che stavamo e stiamo ancora vivendo, non dovevamo dare per completamente perso il 2020.
Condivido il commento del direttore Ava, Claudio Scarpa, il quale sostiene che il tema della gestione del turismo va affrontata al più presto, con scelte importanti.
Credo che per il bene di Venezia e la tutela della sua fragilità e le sue potenzialità si debba andare nella direzione di un turismo qualificato, che si basi sulla cultura di cui Venezia è custode unica e valorizzi il lavoro dei nostri artigiani locali, che favorisca i soggiorni lunghi piuttosto che il mordi-e-fuggi. È necessario inoltre regolare i flussi di turisti che desiderano visitare la città in giornata e per i quali occorre prevedere una prenotazione obbligatoria che preveda anche un ticket d’ingresso.
È chiaro che il modello di massa non funziona più. E Venezia, unica nel suo genere e fragile allo stesso tempo, non può più permetterselo.
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