La manifestazione sindacale di oggi rappresenta un’importante occasione per Venezia. La scelta di porre con forza alla città, alla politica e alle istituzioni, la questione dello sviluppo del porto è condivisa e va sostenuta.
La drammatica emergenza Covid, da un lato, e il positivo successo del Mose, dall’altro, rendono urgente e necessario fare delle scelte che favoriscano la portualità, ne sviluppino le attività e difendano le imprese e l’occupazione dell’intera filiera, segnata, per tutti, dalle preoccupazioni per il futuro, ma anche da troppa precarietà.
In questo difficile contesto, sono positive le notizie dell’avvio della manutenzione dei canali e la conferma da parte del governo che Venezia deve restare home port per le crociere e che, a tal fine, verranno attrezzati gli approdi a Marghera per consentire il ritorno delle navi a Venezia, evitando il passaggio per il bacino di San Marco. Sono scelte che vanno confermate nel prossimo Comitatone. Il porto, che è un grande aggregato di attività diverse che uniscono traffici, trasformazione e logistica, rappresenta, assieme all’industria, al commercio e all’artigianato, alla cultura, il futuro dell’economia veneziana.
Per questo è necessario definire al più presto la compatibilità tra la necessaria salvaguardia ambientale e l’altrettanto necessaria vita del porto. La chiusura delle bocche di porto va regolata in questa ottica e va, al più presto, verificata e conclusa la conca di navigazione che consentirà di gestire con migliore flessibilità l’equilibrio tra tutela e attività marittima.
Ma strategicamente non basterà. Dobbiamo muoverci fin da subito per individuare soluzioni che siano realizzate in tempi certi e che siano valide anche tra 10-15 anni, ovvero dotare la città di un porto d’altura capace di accogliere navi di dimensioni sempre maggiori. Questa appare la sola soluzione per tenere vivi i traffici nel rispetto dei limiti oggettivi che la laguna impone e in considerazioni dei cambiamenti climatici che già oggi stanno impattando in tutto il Paese e in particolare sulle città costiere.
L’Autorità per la laguna, con la rinascita di fatto del Magistrato alle acque, ha questo obiettivo. Non servono polemiche ma collaborazione costante tra il Governo, la Regione e il Comune. Lo sviluppo del porto – conclude – deve essere parte integrante di quel piano per Venezia che auspichiamo si definisca al più presto per poter richiedere per la nostra città, come è giusto, una quota parte delle risorse europee destinate all’Italia. Buona manifestazione e buon lavoro a tutti.